Buon compleanno Chopin!

“Quando questa tosse mi soffocherà vi prego di far aprire il mio corpo perché io non sia sepolto vivo”. E’ il biglietto scritto da Chopin che riposa al cimitero Père Lachaise a Parigi (il suo cuore è invece a Varsavia).

Chopin, nato il primo marzo 1810 (ma il registro parrocchiale dei battesimi della chiesa di Brochow indica la sua data di nascita il 22 febbraio) è il compositore che in assoluto amo di più, che conosco bene, che tutte le volte riscopro come nuovo, geniale. Una musica, la sua, dove si respira tutta la nostalgia per la sua Polonia che lasciò ventenne nel 1830 portandosi dietro una coppa con un po’ di terra del suo Paese. Era pallido Fryderyk, gracile (soffriva di tisi) ed era un eterno fanciullo: si innamorava facilmente di donne appena conosciute per le quali soffriva per mesi perché le stesse lo ignoravano anche se poi bastava un’occhiata o una parola sussurrata da un’altra per farlo innamorare ancora.

Ottenuto il permesso dal padre a dedicarsi unicamente alla musica, nel 1827 si trasferì a Varsavia per frequentare il Conservatorio; lasciò la Polonia qualche anno dopo per Praga, Dresda, Vienna. La sua arte non fu compresa subito ma quando arrivò a Parigi (abitava al 5 di rue Tronchet, vicino La Madeleine) dove iniziò a dare lezioni, a provare i pianoforti Pleyel (ben diversi da quelli che conosceva) cominciò a lavorare seriamente con i suoi editori musicali divenendo presto verso loro capriccioso e intransigente. Il primo a metterlo sotto contrato fu Moritz Schlesinge e il 26 febbraio 1832 finalmente Chopin esordì alla Salle Pleyel con un quartetto d’archi. Ma pare che Chopin detestasse suonare in pubblico anche se sapeva regalare momenti indimenticabili quando suonava per pochi intimi (diceva di non sentirsi adatto a fare concerti per tante persone perché il pubblico lo asfissiava).

L’ultimo concerto di Chopin a Parigi si tenne nel febbraio del 1848: in aprile partì per l’Inghilterra ma ebbe scarso successo e dopo alcuni mesi tornò a Parigi dove compose le ultime due mazurche. Traslocò quindi nell’appartamento al 12 di place Vendôme dove abitò per soli 15 giorni morendo alle 2 del mattino del 17 ottobre 1849 a soli 39 anni.

Rubinstein è in assoluto il pianista che amo di più sul repertorio di Chopin: qui uno strepitoso Valzer il La bemolle maggiore Op.34 n.1